Attenti alle ragazze

Abbiamo letto e riletto la storia, ci abbiamo ragionato un po’ su, poi abbiamo scelto le parole per riassumerla.

Insomma, c’è un lupo affamato, che non sa leggere bene, però dalle immagini del libro che ha in mano capisce che si possono mangiare nonne e bambine. Decide di andare a mangiare una bambina e bussa alla sua porta. La bambina è molto furba, si accorge che sotto i panni di una nonna c’è il lupo. Così mette in campo una strategia per liberarsi del lupo ingannandolo. Intanto il suo cane si danna, abbaia e si agita, vuole avvertire la bimba che quello è un lupo. Lei tranquillizza il cane, sembra quasi che non voglia capire il pericolo. In realtà il pericolo è ben chiaro alla bambina, così come chiaro è il modo per salvarsi e per sistemare definitivamente il lupo.

Stamattina, per i terribili fatti di cronaca di questi giorni, ci hanno chiesto di fare un minuto di silenzio. Ora, a parte che forse avremmo dovuto ascoltare la sorella di quella povera ragazza e fare un minuto di rumore, più che di silenzio (ma questa è un’altra storia), è ovvio che non ho chiesto alla mia classe di seienni di rispettare il momento di lutto nazionale. Ho chiesto di fare un minuto di relax (lo facciamo spesso). Credo che le due ore passate a raccontarci questa storia e a parlarne siano servite molto di più, penso che siano servite perché i bambini e le bambine hanno parlato di come si possa usare il cervello per sistemare “i lupi”, di quanto sia importante non sentirsi soli, di fronte a “un lupo”. E del fatto, soprattutto, che dai e dei “lupi” ci si possa liberare.