BUONI O CATTIVI

BUONI E CATTIVI

I bambini e le bambine usano spesso parole come “buono” e “cattivo”. Ed è normale così. Nostro compito è quello di aiutarli ad allargare lo sguardo, a cercare di capire cosa c’è dietro un comportamento, a sviluppare quell’empatia che permette di capire un pochino meglio l’altro.

E così oggi abbiamo letto “Bill il cattivo, ora buonissimo.”

E come sempre, dopo sono arrivate domande, le mie, questa volta. Domande volte a far scricchiolare qualche ingranaggio, qualche certezza. Solo domande. Ne abbiamo verbalizzate sul quaderno solo tre, in fondo siamo in prima.

Ma le riflessioni sono state tante:

“Ho capito alla fine: per me rubava la mela non perché era cattivo, ma perchè non aveva più i genitori, quindi non sapeva come comprare il mangiare. All’inizio pensavo che era cattivo davvero”

“Per me rubava il pallone perchè voleva giocare con gli altri ma pensava che nessuno lo voleva”

“Alla fine, quando ha capito che non era solo, però, è diventato buono”

“Sicuramente diceva quelle barzellette stupide solo per far ridere gli altri, non aveva capito che gli altri ridevano perchè avevano paura. Se glielo dicevano, che avevano paura, magari lui faceva le cose in modo diverso.”

E così ancora e ancora.

Piccole pillole di saggezza che arrivano senza retorica, ma dalle loro intuizioni, deduzioni, riflessioni.

E intanto si cresce.