E VOI? QUALE GHIRIBIZZO AVETE?
Questa la domanda, dopo la lettura del mitico libro di Bruno Tognolini e Giulia Orecchia. Libro a cui tengo molto da anni, ormai. E la domanda è stata lo stimolo per far scattare la scrittura autonoma: ci sono ghiribizzi che fanno distrarre, che fanno fare errori, che fanno fare dispetti o scherzi, che fanno dire bugie, che fanno litigare, ma anche che fanno ballare, cantare, correre e saltare. Ci sono ghiribizzi che ci fanno felici. Proprio così: ciò che ci rende troppo vivaci spesso è anche ciò che ci fa felici, dice lui, piccolo grande seienne: pensa a quando si salta sul letto, mi spiega. Non si fa, è vero, ma quanto è bello!
Abbiamo messo insieme tutti (o quasi) i loro ghiribizzi in un cartellone, lo abbiamo appeso alla porta, così ogni mattina, quando entreremo, li potremo salutare e potremo fare un patto con loro
E alla fine salta su lei, piccola grande seienne, che esclama: “La mia è una ghiribizza, è una femmina! Mica solo i ghiribizzi maschi sono monelli… anche le femmine… ” e ride! E io con lei
E non occorre alcun commento