Per inventare, quasi sempre si passa dagli errori. Qualche volta, poi, succede addirittura che proprio grazie a un errore si inventa qualcosa. Qualcosa a cui non si pensava affatto, prima. Per inventare occorre immaginazione, anzitutto, poi serve provare, mettere le mani in pasta, sbagliare e correggere, migliorare l’idea. E poi serve ottimismo, come dice D., che scrive “provo, riprovo, poi alla fine forse riesco”. Qualcuno si dà da fare senza chiedere aiuto, vuole tentare da solo, o da sola, certo. Qualcun altro, invece, guarda come fanno gli altri. Poi arriva lei, I., che alla domanda “E tu, che cosa fai se sbagli?”, risponde, di getto, con i suoi occhioni spalancati: “Imparo”.
Ecco, così. Nelle nostre classi, gli errori sono amici e viaggiano con noi. Proprio come fa la fantasia, che ci porta a immaginare sindaci-robot che fanno le leggi giuste, o popcorn giganti o macchine per andare nel passato o nel futuro e davvero tanto altro ancora.
Il pensiero creativo si sviluppa così: immaginando e provando, sbagliando e correggendo il tiro, risolvendo problemi per migliorare l’idea. E allora intanto ci ragioniamo su, perché senza consapevolezza non fiorisce nulla di colorato.
#solocosebelle