Quando la grammatica è un gioco inclusivo

In classe c’è un bambino che comunica con la CAA. In classe leggiamo tanto tanto. Ma i libri scritti con i simboli della CAA, Inbook, sono davvero pochi, in commercio. Allora i bambini e le bambine della classe propongono di tradurre alcune storie, come meglio possiamo fare.

Queste sono le classi in cui penso di aver svolto un buon lavoro.

Ovvio che sì, li seguo e metto a disposizione tutto il materiale che posso per analizzare con loro come funzionano i simboli.

Nasce spontaneamente il bisogno di classificare e sistemare le parole. Nasce il bisogno della grammatica!

Ecco che abbiamo realizzato allora delle scatolette, una per ciascuna parte del discorso.

E con l’aiuto di questa classificazione, le traduzioni sono diventate molto più semplici.

Forse la nostra CAA sarà stata un po’ creativa, perchè spesso i bambini e le bambine hanno inventato dei simboli, dopo aver discusso e essersi confrontati, ma il risultato è stato meraviglioso:

  • il bambino al centro delle attenzioni della classe ha avuto a disposizione tante storie da leggere
  • la classe si è attivata per risolvere un problema in un vero e proprio compito di realtà
  • il percorso di grammatica ha preso una strada tutta sua, una strada ricca di senso
  • alla fine… anche le verifiche sono andate benissimo, perchè gli apprendimenti sono passati dalla fatica divertente.

La scuola che mi piace è questa: quella che dà senso a ciò che si fa.